L’11 agosto 1991 venne varato il provvedimento che portò per la prima volta le associazioni a diventare parte attiva della trasformazione sociale avviata nel Paese.

Trent’anni fa, la legge n°266 venne approvata e, per la prima volta nella storia del nostro Paese, conferì alle associazioni la possibilità di diventare parte attiva della trasformazione sociale avviata.

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“La Repubblica Italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale”. 

Legge n°266

L’11 agosto 1991 sancì il volontariato come “necessità” della società

La legge 266 divenne l’apripista di un periodo di riforme in questo ambito fornendo un prezioso contributo alla riorganizzazione di quello che qualche anno dopo avremmo iniziato a definire Terzo Settore. Il 4 dicembre 1997, infatti, venne approvato il dl n°460 del 4/12/1997 (Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) che introduce la figura delle Onlus per poi arrivare al 3 luglio 2017 con il dl n°117noto come Codice del Terzo Settore, un provvedimento che abrogò la stessa legge 266.

Se oggi AVIS e tante altre associazioni possono guardare con fiducia all’introduzione del RUNTS (il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) è proprio grazie ai progressi che, da quell’11 agosto 1991, sono stati compiuti per riconoscere il volontariato come un valore imprescindibile tanto da candidarlo all’UNESCO come “bene immateriale” dell’umanità.